Come si diventa un Tecnico PC?

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Parte #1 – Passato

In questo articolo ti racconterò da dove è partito tutto e risponderò alla domanda:

Perché proprio i computer?

Spoiler:

Tutta “colpa” di mio padre, che è un testardo!

Mio papà Roberto intento a battere l’ennesimo Solitario

Ma prima lascia che mi presenti.

Ciao sono Fabio, il fondatore di RepaiRit e faccio il tecnico pc da circa 20 anni, quello che leggerai tra poco sarà la prima parte di 3 articoli personali dove parlerò del

1 – Mio passato

2 – Del presente

3 – E del nostro futuro

Questi 3 capitoli fanno parte di un unica storia e per quanto possa esser in parte la mia, sono convinto che molti di voi ci troveranno delle similitudini, anche solo a livello di sensazione.

Da dove è partito tutto

Ero a casa mia, o meglio dei miei genitori, classico appartamento al secondo piano molto vicino al centro di Genzano.

Era il giorno del mio decimo compleanno, mamma e papà mi avevano organizzato una festicciola nella stanza più grande di casa, 25mq di salone pieno di sedie tutto intorno e tavolini che scoppiavano di cose buonissime.

Alla festa erano invitati circa 30 amichetti, quasi tutti compagni di scuola.

Ero veramente fiero di aver creato un invito personalizzato per ognuno di loro..

Blocchetto di inviti per feste personalizzato – fonte Amazon

Ecco, diciamo che non andò esattamente come me lo aspettavo quel giorno…

Nella foto qui sotto ci sono io che gioco al pc con 4 dei miei cugini

Mia madre mi aveva fatto indossare una camicia bianca! A me ?‍♂️

Infatti questo scatto racchiude 2 momenti in particolare:

  • Un preludio (che ora ti spiegherò)
  • E un insegnamento (“i limiti” non possono vincere contro “il tempo”)

Preludio

Quella festa durò meno del previsto, ovviamente.

Ma se da un lato fu una delle prime volte (a mio ricordo) che rimasi ferito dal comportamento delle altre persone, dall’altro è uno dei giorni che ancora oggi porto nel cuore.

Questo successe grazie a due fattori principali:

  • I videogiochi
  • Mio padre

I videogiochi

Ero veramente troppo piccolo per ricordami quale fu il mio primo videogioco, ma ricordo benissimo che non avevo ne console ne pc per giocare, infatti scoprii i videogiochi a casa di mia zio Franco, lui aveva comprato il Game Boy e la Sega Mega Drive a mio cugino Massimiliano.

Tornando al giorno del mio compleanno quando la festa finì, papà mi diede il suo regalo, era un nuovo videogioco, e si chiamava Pandemonium

Spaccato di Pandemonium preso da un giocatore su Youtube

In quell’istante la mia espressione triste cambiò di colpo, mostrando un sorriso infinito (grazie papà❤️)

Pochi istanti dopo si mise al PC per installarmi il gioco, io fremevo dalla voglia di vederlo, non era come oggi che “grazie” ad internet siamo sommersi di spoiler, al massimo assaporavi il tipo di gioco dalla copertina o dalle prime riviste di Games, come The Games Machine che ancora oggi esiste sotto forma di sito web.

Il gioco non partiva, cliccando sull’icona dava un errore, uno di quelli dove ti dice che la potenza del tuo PC non è abbastanza per farlo funzionare…

Roberto tentò in vari modi di risolvere il problema, erano passate già qualche ora ma lui era ancora lì a provare.

Come scrissi all’inizio di questo articolo “lui è un testardo”, non voleva accettare il limite che il nostro PC aveva.

Io me ne andai a dormire…

Insegnamento – Un nuovo giorno

La mattina dopo mi svegliai come sempre e mentre passavo per il corridoio notai che papà era in cucina (cosa insolita dato che ogni mattina andava a lavoro o in giro), feci un passo indietro e gli chiesi:

La sua risposta fu:

In pratica era riuscito ad aggirare quel limite!

Riuscire a far funzionare qualcosa che non funziona!

La stessa sensazione che mi appaga ancora oggi.

Quel giorno fu proprio incredibile.

Ora immagina la delusione di un bambino che un attimo prima ha tutto quello che vuole:

Un gioco stupendo, un computer per poterlo utilizzare ed un papà che gli insegna a farlo partire…

Ma improvvisamente…

Tutto crolla per una cosa apparentemente stupida: un limite.

Quel limite che mio padre riuscì a superare con ingegno, con perseveranza, spinto dalla voglia di riuscirci e di voler vedere sorridere suo figlio (ne sono convinto)

Grazie

27 anni dopo  sono qui a voler superare quel limite, con questo progetto, con la stessa motivazione di mio padre

Voglio essere più che un tecnico e voglio aiutare le persone a trasformare i loro problemi in quel sorriso.

Lo stesso che quel giorno mi fu regalato

Si parte da qui.

14/04/23

Anche se adesso i miei occhi non possono più vederti, so che è solo un altro limite❤️Scopri come prosegue la mia storia e leggi ora il secondo articolo